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dalla Cina con furore

Shangai, ultimo giro di valzer

In volo – Feb, 10 – Zulu Time Unknown

 Bella, bellissima Shanghai, anche ieri. Forse più bella ancora, adesso che ci abbiamo preso confidenza.

Ieri, già, perché è stata una giornata che abbiamo fatto durare il più possibile e che è terminata all’una e mezza di notte (GMT +8), quando mi sono addormentata durante il decollo all’aeroporto internazionale di Pudong. Strano ma vero, ho dormito a fasi alterne fino a una mezz’ora fa e, quasi a farlo apposta, ora sono un puntino rosso più o meno sopra Mosca, a qualcosa meno di tre ore da Milano, con l’orologio che dice che sono le 04:17 di mattina (GMT +1).

Ieri è stata una giornata lunga perché avevamo progettato il check-out presto ed il volo partiva tardi: sembrava faticosa, a pensarla, ed invece è stata particolarmente densa e vivace, a viverla.Leggi tutto »Shangai, ultimo giro di valzer

Punti di vista

Shanghai, Fraser Residence – Feb, 8 – 18.01 (GMT +8)

Preparo il tè, accendo Lorenzo (Backup 1987-2012), mi siedo davanti alla tastiera e noto che questa potrebbe essere l’ultima volta che posto da questo tavolo. Esattamente ad una settimana di distanza, oggi ci tocca il pomeriggio valigia. Domattina trasferiamo i bagagli dal Fraser al Four Seasons, recuperiamo Alessandro in albergo e passiamo insieme le mie ultime dodici ore a Shangai. Mi fa impressione pensare che mi sono (forse) appena abituata al fuso e già devo ripartire. Qualcuno però dovrà pur tornare da Chopin.

Anche oggi la giornata è grigia, freddissima e minaccia acqua dal cielo ad ogni piè sospinto. Peraltro, a guardarsi attorno, pare anche che la scorsa notte abbia nevicato e che le strade siano già state tutte meticolosamente ripulite, come i bagni pubblici. La coda per entrare al Museo di Shangai, a 20 minuti dall’apertura delle porte, è già lunga come l’eternità. Unici caucasici in mezzo a centomila cinesi ci mettiamo disciplinatamente in coda e riusciamo, dopo un’ora circa, a superare gli screen di corpo e borse ed entrare nel famigerato Museo.

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Perle di negoziazione

Shanghai, Fraser Residence – Feb, 7 – 21.17 (GMT +8)

Pioviggina e fa un freddo boia oggi, oltre ad esserci un insolente vento freddo che si infila anche nelle maniche. Sofia, la nostra amica cinese che studia il Tedesco e ci serve la colazione, ci ha detto che è previsto cattivo tempo per tutta la settimana, il che ci porta a ritornare quasi occidentali, con lo yogurt il mango la granola il miele ed i pancake con la banana le mandorle e le noci pecan (senza virgole, per esaltare il sapore d’insieme).

Al Museo di Shangai di ore di coda ce ne sono persino quattro, stamani (centomila cinesi almeno in fila ordinatissima, sotto gli ombrelli colorati). E quindi cosa facciamo? Altro cambio di programma: andiamo al fake market, fa niente se non è l’ultimo giorno, sabato faremo qualcosa d’altro.

Cielo, che disdetta (che come immaginerete è esattamente l’espressione che ho usato): al fake market è quasi tutto chiuso. Eh già, come canterebbe Vasco… è lo Spring Festival, son tutti a festeggiare e spendere i soldi che han guadagnato. I loro negozi sono chiusi. E quindi? Quindi niente perle, facciamo solo due passi.

Praticamente mi si è spezzato il cuore.

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Dei cinesi e di Suzhou

Shanghai, Fraser Residence – Feb, 6 – 20.27 (GMT +8)

La Lonely Planet di Shangai fa schifo, non compratela. Le cartine non hanno indicazioni abbastanza precise, sono segnalati diversi luoghi dove mangiare che non esistono (più), mancano le indicazioni essenziali per la sopravvivenza ed anche per trascorrere il tempo in maniera intelligente e rilassata e non da turista massificato e stereotipizzato in coda come un cretino, come se in vacanza il tempo si potesse sprecare, in vite in cui non abbiamo nemmeno un minuto da vivere meno che al meglio.

Siamo stati a Suzhou e se avessimo seguito quella stupida guida avremmo passato una giornata di inferno. Invece… ho lo stesso una gamba fuori uso e l’altra stanca (ma sono io che vado in giro per 12 ore e 16 km con gli anfibi), ma abbiamo visto un sacco di cose strane e belle e diverse ed abbiamo trovato anche oggi una ragione per incantarci un po’, tra l’acqua e i fiori e questa meravigliosa bellezza tutta figlia dello Zen.

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Pensieri, chilometri e acrobati

Shanghai, Fraser Residence – Feb, 5 – 22.18 (GMT +8)

In effetti, so di cinese cinese, o almeno questa era la mia sensazione stamattina (sarà colpa dello spicchio d’aglio che ho mangiato ieri sera?) e continuo a non dormire, come se fosse diventato un optional. Invece sono stanchissima, solo che ho il corpo a GMT+1 e la testa a GMT +8. Di notte non riesco ad addormentarmi, di giorno mi viene fame (e poi sonno) ad ore impossibili e per di più camminerei sempre. Se non bastasse, ieri ho fatto la stupidaggine di bere tè verde anziché tè bianco sia a cena sia mentre scrivevo, così questa notte ma la sono fatta quasi tutta dritta. E poi questa esperienza è così densa e colorata, e poi umida, calda, fredda e ventosa, e poi puzzolente di smog e profumata di mango, piccante e ripiena come i dim sum, leggera e avvolgente come lo Jasmine tea, che mi sembra di esser qui da una settimana, invece è solo martedì.

La pausa quotidiana per il diario e le foto rischia di starci stretta, in giorni come oggi, che il tempo ci è sfuggito di mano, come i chilometri. E sono tante le cose da raccontare, le immagini da fissare, le forme di vita su cui riflettere per capire quanto sia diversa ed apprezzabile, non sempre condivisibile, questa società.

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Xīn nián kuaì lè (2)

Shanghai, Fraser Residence – Feb, 5 – 00.51 (GMT +8)

I cinesi festeggiano il capodanno lunare prima del capodanno. In effetti, ha ragione Luigi: qui non è Capodanno, è Ferragosto: alle quattro del pomeriggio chiude tutto, alle otto di sera son tutti a cena, a mezzanotte è tutto normale, sul Bund. Come se fosse una (spettacolare) serata qualunque. Forse che la vista è talmente fantasmagorica che non serve a niente cambiarla?

E noi abbiamo festeggiato, e come loro, eccome.

Siamo usciti per cena come due europei in tiro in un paese orientale, io con gli ‘adorni’ rossi sulla testa come nella tradizione cinese (profluvio di complimenti da tutti, e decine di ‘you’re so cute!’). Siamo arrivati al Bund in taxi, dopo che il tassista è sceso a litigare con un veicolo davanti al nostro fermo ad un semaforo ed ha chiamato la polizia (ce n’è così tanta che era lì attaccata). Abbiamo guardato le luci spettacolari della skyline di Pudong, che sono così variegate e rutilanti da far sbarrare gli occhi anche ad un cieco. Abbiamo passeggiato un po’, tra banche, l’edificio della borsa, una parete interamente decorata di fiori, una statua di Mao e una signora che ci ha invitati a visitare Xi’an (e ha chiesto a Luigi il numero di telefono).

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Xīn nián kuaì lè

Shanghai, Fraser Residence – Feb, 4 – 18.20 (GMT +8)

Chiedetelo al mio braccialetto wearable quanto ho dormito. Alle 3.39 della notte scorsa ho pallato gli occhi al soffitto e sono rimasta a rigirarmi nel letto come un pollo allo spiedo, svegliando ripetutamente Luigi che dormiva della grossa, fino alle 6 circa, quando mi sono addormentata (ed il principe si è svegliato definitivamente). Alle nove ero in piedi e adesso, stranamente, mi sembra tutto ok, un po’ come ieri. Chissà se prendo il giro del fuso quando devo girare anche l’orologio.

Baciati dalla fortuna (ma ancora?!), oggi siamo stati benedetti da una giornata di sole, di quelle perfette per andare a visitare il Yùyuán Garden, dopo aver schivato un migliaio di autoctoni che affollava strenuo il bazar del maiale gonfiabile. Abbiamo anche una foto del maiale col sole, adesso!

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Shangai, Old Town

Shanghai, Fraser Residence – Feb, 3 – 19.15 (GMT +8)

Luigi dice che il nostro è stato un arrivo miracoloso: aereo cinquanta minuti in anticipo, controllo passaporti (con rilascio permanente di dato biometrico di dieci dita) risolto in una ventina di minuti, bagaglio ritirato tra i primi, trasbordo al residence senza una riga (per questo non è una colonna) di traffico. Io non lo so, se è un miracolo. L’avevo detto che oggi (o era ieri?) è una giornata fortunata.

A guardarla dalla macchina, Shangai più che una città sembra un alveare. Ma un alveare che comincia molto, ma molto, ma molto prima dei famosissimi grattacieli e cavatappi che si vedono nelle foto.

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In volo tra Milano e Shangai (2)

In volo – Feb, 3 –  Zulu Time Unknown

Come temevo, non ho dormito un cazzo.

O meglio, ho dormito più o meno dalle dieci e mezza alle due del nuovo fuso, su questa enorme nave del cielo, tra parole (urlate) incomprensibili e un paio di bambini assatanati qualche fila più indietro.

Sono le 03:29 – Shangai Time (GMT +8), mancano poco meno di due ore all’atterraggio.

Ho riprovato a dormire diverse volte, risolto una decina di sudoku… ma non c’è verso, sono sveglia. E poi qui ci son le luci accese e le assistenti di volo che sferragliano con carrelli pieni di cibo di cui non è il caso che io provi il sapore.

Però… sono al secondo bicchiere di tè. La mia vicina mi ha rassicurata: questo puoi berlo, è tè vero, è cinese. Ed io mi sono calata nel personaggio. Magari la mia ipotesi si avvera e torno a casa disintossicata, dopo aver trascorso una settimana a bere tè bianco!

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In volo tra Milano e Shangai (1)

Zulu Time Unknown

 

Non so bene che ore siano qui (siamo da qualche parte tra Mosca e gli Urali), ma sull’aereo è buio.

Il Mac, il mio orologio e l’iPhone dicono che sono le 21:48 – Shangai Time …