Epifania, 2017
Un giorno singolarissimo, oggi.
Credo di aver fatto bene a non disfare l’albero di Natale e lasciarlo a fare luce, perchè i Re Magi pare abbiano trovato la strada per arrivare e lasciare i loro doni. Sono doni dalla forma singolare, in effetti. Liquida e calda come certi lacrimoni incontenibili ma preziosissimi, io credo.
Un giorno lunghissimo, oggi.
Un giorno di quelli miei, in cui faccio un sacco di cose e ne sento di più, che poi mi fanno male, male, male. Male allo stomaco, male ai polmoni, male alle dita.
La lista infinita dei miei non avrei dovuto e dei miei non so che fare mi ha divorata non appena ho smesso di fare qualcosa. Un attimo di panico. Una decisione istantanea: salgo in bici.
Faceva un freddo boia fuori, nonostante il sole, e non è che Segrate-San Donato sia la più suggestiva delle strade da percorrere, però lì c’era una famiglia a non aspettarmi (sorpresa), il freddo aiuta a pensare, pedalare tira fuori un po’ di endorfine.
Beh, in cima al ponte sulla Rivoltana la catena della bici è uscita dalla sua ghiera. In condizioni recenti mi sarei arresa e sarei tornata a casa, a piedi, con la coda tra le gambe, il corpo congelato e la frustrazione a diecimila giri.
Poi mi sono ricordata di me.