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La magia della danza

Live from Ground Zero

Venerdì sera. E tre.

Son morta, è vero, ma ancora piena dell’adrenalina di una settimana da cardiopalma.

Amelie si presenta sfrontata alla porta e mi chiede se preferisco il Negroni o il prosecco, poi va su a cambiarsi e torna con un vassoio magico.

Ci raccontiamo un po’ di cose dense, a bassa voce, mentre la Guerriera ha messo sul fuoco qualcosa e prepara il Negroni, grazie alla SaggiAnna che si ricorda sempre di avere una arancia e il ghiaccio in frigo.

La Signorina Rigore non è neanche venuta a cena. L’Interpretazione Possibilista dorme da ore.

La Fenice e L’ultima Tentazione di Cristo pasteggiano sul terrazzo ad asparagi e cozze al limone, con i primi due Negroni e avanti così, a raccontarsi di avventure, occasioni, rimorsi e rimbalzi.

La Guerriera e la SaggiAnna sbobinano la lunga, massacrante settimana di soddisfazioni e branzini in faccia al lavoro.

Il crepuscolo illumina il terrazzo e noi non accendiamo neanche la luce, fuori.

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double shooting, dancing and deep

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Sulle note di Ti prendo e ti porto via

Annegata in undici mesi di lavoro matto e disperatissimo, avevo dimenticato le linee del mio viso, l’elasticità della mia apertura alare e la forza delle mie gambe. Succede poi però che la vita torna costantemente a se stessa, arrotolandosi come le onde del mare sulla battigia, e noi resilienti riprendiamo, ancora e ancora, la nostra forma originaria e, come dice un amico, diabolica (la mia).

Trascinata ad una festa, tornata a ballare, prima ho ricominciato a scrivere, poi a sentire e poi a guardarmi allo specchio. E mi sono accorta che mi sento in gabbia e che io in gabbia non ci voglio stare.

Mi sono accorta, soprattutto, che quel che vedo attraverso lo specchio (e guardo così di rado) è impressionante, come la mia vanità.

Sabato mi ha chiamata un amico, così, tanto per prendere un caffè, e invece siamo andati a pranzo fuori. E mentre gli raccontavo di come mi sento, innamorandomi di uno splendido pezzo di jazz che suonava in sottofondo, Paolo ha avuto una idea: ha trasformato la mia Ground Zero in un improvvisato set fotografico, ha scelto la musica, e mi ha dato un solo compito: balla!

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Tango, musica e finale

Pensavo di aver scritto un lungo racconto, poi un romanzo breve, poi di aver raccontato una storia.

Ho capito in questi giorni, mentre qualcuno di voi mi leggeva, che ho fatto solo un timido e immaturo esercizio di prosa.

Ma il tango, cielo, se mi è uscito bene, tutto questo tango.

Leggetele, le pagine della notte in milonga.

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La posizione di ballo

La mia reazione all’incursione dei piccoli delinquenti bastardi a Ground Zero è stata prevedibilissima: calcolo delle probabilità di un altro accadimento simile, misura del rischio che corro, resa di fronte all’impossibilità di attivare l’allarme d’estate mentre sono in casa, delibera dell’acquisto di una mazza da baseball.

E poi?

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venti uno duemiladodici

Sembra palindromo, ma non è. Forse è un po’ magico, però.

Musica, parecchia.

Attesa, lunga.

Alice, coi suoi occhiali neri, ha anche l’ansia, non sa perchè; An, che ancora non si è cambiata, non può far niente e il veterinario ligure al telefono non cura, manca.

Il prosecco gioioso, invece, sì.

Al giardino delle fate arriva il secondo paio di occhiali, che studia tutta la casa con sorriso e perizia e abbraccia forte forte e sorride.

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le parole e la danza

C’è una strana luce calda fuori della finestra a quadri, anche se è mezzo inverno.

Alice si alza, assonnata e vagamente stordita, appoggia i piedi nudi sul pavimento e si accorge, con sorpresa, che le fanno ancora male.

*Quelle maledette bellissime scarpe nuove* pensa, guardando la suola del sandalo argentato che ha sfilato poche ore prima. A dir la verità, non sono proprio nuove, le scarpe. Sono quelle dello Show Case d’estate, giugno duemilanove, messe una volta sola, per ballare quel valzer inglese in abito rosa, e poi mai più.

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del bachatango

Resisto a non fumare, assaggio cioccolata e sorseggio il fondo della bottiglia di Ripasso.

Con una presa forte sulla nuca, mi scompiglio i capelli sulla testa e faccio suonare, di nuovo, la canzone di questa sera, che è la colonna sonora perfetta, per questo post, da cliccare qui.

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