Ieri sera ho ballato il mambo.
Una vita che non facevo tre passi su una pista, ieri sera ho ballato il mambo. Sì, vabbè, l’ho ballato da sola. Ma era sempre mambo. E non un mambo qualunque.
Corsi e ricorsi storici, passano due anni e non è cambiato niente: è sempre weekend, e io sono sempre devastata dalle bugie e dalle assenze dello stesso uomo, non mangio, non dormo e rompo le palle a tutti piangendo. E quindi la mia socia mi trascina contro la mia volontà ad una festa di perfetti sconosciuti, pallavolisti per lo più.
Di nuovo.
Ha ragione Gianvi quando mi dice: “Ciao, ci rivediamo tra due anni, la prossima volta che ti lasci?”
E dopo due anni ci sono di nuovo sigarette, sconosciuti, timidezze, atteggiamento da tappezzeria e vestitino strappamutande. Però stavolta … ammazza che musica e ammazza che bar. Vogliamo anche dire ammazza che baristi, giusto per equilibrio stilistico?!
La gente beve, chiacchiera, balla. Tu sei timida e non sai bene cosa dire. E hai anche un’ingombrantissima socia davvero sexy, stasera, che si muove senza posa in mezzo alle persone e ti fa fare cose strane tipo bere cocktail con ingredienti segreti scelti dal marcantonio pallavolistabarista, a te che bevi solo vino e rhum.
Nel mio perfetto stile asociale ho studiato il circondario con gli occhi, adeguata alla situazione come la pesciolina Dori in mezzo alle meduse, li ho studiati, capiti, e mi hanno anche abbastanza incuriosita.
Il marcantonio col fare da tenebroso che alla fine si è rivelato avere un sorriso grande così (e un sacco di capelli!); lo spilungone con le spalle larghe ma talora curve e l’addome perfetto, il sorriso triste e lo sguardo furbo; il rasato con lo sguardo brillante e la camminata da moonwaker; le festeggiate, le gemelle: quella che ha trovato la via, così integrata con se stessa da essere bella uguale col tacco e con la scarpa da tennis, e quella bomba di femminilità ed eleganza della sorella, braccia lunghe e polsi sottili, regina della pista senza aver alcun bisogno di esibirsi…
Non che intenda tediarvi con la luga descrizione dei personaggi della scena, ma mi hanno colpita, affascinata, divertita.
Quando non so cosa dire, sto zitta. Quando non so cosa fare, sto ferma.
Ma non si può non ballare su Capossela. No.
Via la sigaretta, ecco il mambo.
Leggero, ironico, terribilmente sensuale. Anche se lo balli da sola. O con la tua socia luccicante, sorridente e vagamente brilla, che segue i passi come una ballerina invidiabile. Non so se di questa canzone mi diverta di più il ritmo sincopato, qua e là, o l’ironia brillante e acuta del testo.
Se dopo il mambo parte il twist, e sei nata ballerina… è la fine.
E se insieme al twist arriva il Jack Daniel’s… partono i piedi e anche la patente.
E mentre Ettore, il marcantonio, offre whisky come fosse acqua, l’Aiace della serata, dall’alto del suo metro e novanta (?!) di aitante statura commenta: “Chiara va a JackDaniel’s stasera, e la serata è appena iniziata…”.
E chi gli ha detto il mio nome? Ah, forse mi sono timidamente presentata. Credo. A uno con lo sguardo acuto e comprensivo, glielo dici il tuo nome. Specie se già molto sai, delle sue grandi doti.
Un momento di buio quando suona “One” ricantata da Bono e Mary J. Blidge, un momento di gioia indiscussa a guardare chi balla lo ska, una nota empatica ascoltando la voce di Eddie Vedder.
La canzone della buonanotte non arriva mai, continuo a sedermi e pensare, rialzarmi e ballare. Coi tacchi alti (e il culo anche) scuoto la testa da invasata con il consenso dell’amica mia fidata.
Ho come l’impressione di essere nel posto giusto al momento giusto. Non ho bisogno di essere triste, non ho bisogno di essere seria, non ho bisogno di tirare fuori la mia terribile *gatta interiore*… Qua tutti sorridono, e ballano, e bevono, e si tolgono le magliette. Qua sembrano tutti amabilmente fratelli.
Come sto bene.
Dovrò tornare a casa. Ma dopo. Dovrò salutare la mia socia, ma dopo. E forse è una buona idea non farlo, il pigiama party, che sono cotta e piena di emozioni da ricollezionare.
Tornando a casa la smartina spara a palla Lorenzo e Micheal Franti che cantano del ritmo del sole. Basta averlo dentro, il ritmo del sole. Io sono fortunata, ho anche quello del mambo!
Se questa è la miseria mi ci tuffo con dignità da re.
strepitoso socia… il racconto e te, per la forza il coraggio, e il magico modo che hai di raccontare ciò che vivi.
tvb
il faro
Bellissimo. Hai reso ancora più speciale una serata magica!
Adoro questo passaggio:
“Ho come l’impressione di essere nel posto giusto al momento giusto. Non ho bisogno di essere triste, non ho bisogno di essere seria, non ho bisogno di tirare fuori la mia amata *zoccoletta interiore*… Qua tutti sorridono, e ballano, e bevono, e si tolgono le magliette. Qua sembrano tutti amabilmente fratelli.”
sono senza parole….e tu ne hai tante e belle e scritte bene e intense!
ora che leggo di te mi sarebbe piaciuto parlarti un po’ di più l’altra sera…
rimandiamo alla prossima volta!
ciao!
vale
“Qua sono tutti amabilmente fratelli”…grazie mille volte!
Diego
prego, Aiace!
Che bello sapere che mi sbagliavo quando annuivo leggendo M.L. King, pensavo che:
“Abbiamo imparato a volare nei cieli come uccelli e solcare i mari come pesci,
ma non abbiamo ancora imparato la semplice azione di camminare sulla terra come fratelli”
M.L.King
Peer Gynt.