A questa mezzanotte mi affaccio con uno stato d’animo cui non sono usa e mi guardo nello specchio delle stelle un po’ stupefatta: aspetto che arrivi, come un anno fa, ma ora lo faccio con fiducia più che con timida credulità nel futuro.
Non pensavo che la resilienza avesse tanta forza da farmi tornare al luogo da cui sono partita, con lo stesso entusiasmo e lo stesso sorriso di sempre ed insieme una nuova, schiacciante, determinazione realista.
A questo solstizio di estate mi affaccio e mi affido sorridendo (mi affido, io! Ma Chi, io?!) , memore di quando, un anno fa, è sbocciato il primo bocciolo del mio Agapanto.

21 giugno 2015, ore 10:39 am
La notte più corta dell’anno, sì, ed io non ho sonno perché dormo bene.
I sei mesi più incerti della mia vita, sì, ed io mi sento sicura per quelle solide fondamenta costruite sui cardini della mia essenza.

22 giugno 2015, ore 8:28 am
Stavolta, tra l’inverno e l’estate, ho fatto solo scelte per me, difficili e socialmente inopportune, come invasare un fiore sudafricano in un terrazzo dell’hinterland milanese: ho assecondato la mia più profonda ed istintiva propensione al rischio ed ora sono felice. Mi son guardata intorno, se fosse notte o giorno, ed ho deciso che non sarebbe successo più e che sarebbe venuto tutto.
Piena, tonda, sorridente, ricca delle piccole cose, fiera della mia autonomia, tronfia del mio coraggio e molto, molto, molto grata al cielo ed alla fortuna.
Come i boccioli bianco lilla del mio Agapanto.

23 giugno 2015, ore 08:17 am
Mi accoglie, stanotte, il solstizio d’estate, sulle note di una giocosa playlist degli anni ’80: è ancora vero che ‘sono solo canzonette’ ma mi sollevano e mi distraggono dai pensieri contorti di un lavoro complicato e di un infinità innumerabile di pesi che non ho scelto di portare ma che son depositati sulle mie spalle da Atlante.
Tra Viola Valentino, Loredana Bertè e Claudia Mori io canto.
Stono.
Rido.
Si solleva la mia Vergine ancorata a terra
verso il Sagittario che ipotizza i massimi sistemi del cielo,
si fondono, i due estremi della realtà, in un nitido e fecondo punto di accumulazione che è il mio centro di gravità permanente.
Fattivo, attivo, vero.
Da oggi, o forse da mesi,
posso sognare e progettare.
Anni ed anni di curve in piega e quadrivi senza indicazioni, alla ricerca indomita della felicità, capisco solo oggi che non ho sbagliato niente. Dovevo fare tutte quelle scelte, apparentemente sbagliate, ed imboccare tutte quelle strade, tortuose ed in salita, per ritrovarmi oggi all’apice delle alte frequenze e della percezione di me, certa di ciò che voglio, capace di ciò che intendo, abile a preconizzare sentieri impervi per custodire e mantenere acceso e vivo questo stato d’animo positivo e potente che sa sognare, volere, prendere e realizzare.
Ricordo, allora, ogni giorno da quando è fiorito l’Agapanto.

28 giugno 2015, ore 03:18 pm
Non mi pento di un solo passo, perché chissà dove sarei se non li avessi fatti.
La vita sai, un chocabeck.
Indugio,
per qualche secondo,
su ogni intuizione che ho avuto e non ho istantaneamente seguito,
intrappolata nella gabbia di un impostore che io stessa ho creato.
Capisco solo ora,
nonostante le mie innumerevoli citazioni del Qohelet,
che c’è un tempo per ogni cosa nella vita:
c’era un tempo, anche per me, per capire che tutto quello che cerchiamo è sul palmo di una mano (e l’abbiamo sempre avuto).

21 giugno 2015, ore 10:39 AM
Vi auguro, amici cari, di abbracciare il solstizio come cantano tutti i miei grandi amici (nella musica e nella vita): pensando positivo.
Ricordatevi che la giustizia del mondo punisce chi ha le ali e non vola, che seduti o non seduti facciam sempre la nostra parte e non c’è niente da capire, ricordatevi che l’amore non esiste ma che ci si può ribellare alla statistica.
Ricordatevi che uno su mille ce la fa e che la vita è adesso.
Che sia un buon viaggio, di andata o di ritorno, che sia una vita oppure un giorno, che sia per sempre o un secondo.
L’incanto sarà godersi la strada.

30 giugno 2015, ore 08:59 pm
Non mi bastano le parole per ricordare, e quindi ringraziare, chi si è levato dalle palle senza nemmeno dirlo, chi non si è mai allontanato, chi ha aspettato che fossi io a tornare, chi ha cambiato posto ma è ancora qui. Non mi bastano le parole per abbracciare chi ha avuto fiducia in me e per chi ha provato a piegarmi e non ci è riuscito.
Non mi bastano le parole,
soprattutto,
per raccontare chi mi è venuto a prendere
e mi ha portato via con sé,
in questa notte fantastica il cui tempo è scandito,
musicato dai solstizi.
***
Non farò, per una volta, l’elenco dei nomi.
Nemmeno delle canzoni e delle citazioni che ho disseminato nel mio testo sconnesso.
Propagherò, piuttosto, con entusiasmo e fede, il mio augurio più grande: quello che tutti quelli che mi leggono abbraccino questo tempo di passaggio con energia, positività e un po’ di sana fiducia nel futuro.
È in un pianeta devastato ed in collera che viviamo, figli di una umanità egoista e poco lungimirante. È in questo stesso pianeta, dentro questo stesso sistema, che possiamo essere cellule esito di una mutazione genetica e farci portatori di valori solidi, solidali, coerenti e cambiare.
Migliorare.
Crescere, riprodurci ed invertire il senso della strada autolesionista che qualcuno, diverso da noi, ha intrapreso.

2 luglio 2015, ore 08:11 am
Celebro il solstizio d’estate convinta del sogno reale che ci ha raccontato Gabriele Muccino e che è attestato nella Dichiarazione d’Indipendenza del Stati Uniti d’America:
è autoevidente quella verità che dice che siamo tutti uguali
e che godiamo tutti di inalienabili diritti tra cui ci sono
la vita,
la libertà
e la ricerca della felicità.
Possiate da oggi, tutti, trovarne tutti la strada, se già non la state percorrendo.
***
Buon compleanno, estate, mio infinito amore. Ricominciamo, ogni volta, di nuovo, come fosse la prima.
Anche se mi sei nata addosso, è tutta la vita che aspettavo di incontrarti.
Guardando un Agapanto, perché continui a sbocciare, fiorire, appassire…
sbocciare, fiorire, appassire …
amen.

12 marzo 2016, ore 05:03 pm