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dal lato oscuro

*salviamoci la pelle* a bomba, bucasse lei e non io le pareti di questa stanza.
niente unghie nella pelle, niente testa sugli spigoli, stavolta io non romperò niente, a parte stracciare uno stupido biglietto d’auguri (ci ho messo un mese a farlo: non è collera, è logica).
cammino, cammino, cammino sul pavimento: faccio la maratonda.
mi salvo, mi salvo, mi salvo mi salvo la pelle, che ho solo questa.
la collera monta molto meglio della spuma dell’uovo, molto più alta della panna montata, molto più violenta di una valanga.
il peggior profondo richiamo del lato oscuro della forza.
monta senza pietà.
e schiaccia ogni ricordo, immagine, desiderio ed aspirazione.
la spoglio nuda, la guardo in faccia, sta stronza. non vincerà.
non vincerà, stavolta.


*ed io a quel posto ci sputo contro e spingo sul gas*, del resto la mia macchina è un proiettile.
però lo dico: che schifo.
che schifo le bugie.
che orrore.
che orrore l’inganno.
che vergogna.
che vergogna la negazione dell’evidenza.
ma soprattutto che errore.
che errore, blasfemo e terribile, tentare di offendere la mia intelligenza.
in preda alla furia isterica del mio intelletto vittima del vilipendio per esser fiducioso nell’onestà degli altri esseri umani, cammino poi mi siedo poi cammino e poi mi siedo.
e?

e tengo la vita per la coda, perché dio in quei giorni in cui ho sbagliato tutto si vede che non era in sede.
ascolto Liga, non Vasco. perché amo ferocemente il pensiero positivo e maltollero quel nichilismo strutturale di chi rompe il cazzo e però si arrende a se stesso.
*salviamoci la pelle* a bomba. i vicini mi perdoneranno per il momento di difficoltà.
ho le mani rosse come gli occhi, ricolme del mio stesso sangue che vuole esplodere, distruggere, annichilire.
bere per dimenticare, bere per saper uccidere.

bere per non spaccare tutto, poi smettere di bere, perché a me piace il gusto e non il consumo.

godere, sì. anche di questo attimo di dolore atroce, misto di frustrazione, impotenza, autocritica e consapevolezza.

ho sbagliato tutto, anche se avevo tutte le ragioni per sbagliare.

avevo ragione di credere, ho sbagliato a farlo.

e adesso?

adesso combatto tra l’essere un American Sniper o un Basilisco e la incontrollabile resilienza della protezione zero spalmata sopra il cuore.

allora cambio musica: accendo Lorenzo, dopo che mi son salvata la pelle.

e la sparo a bomba.
*e rido, e piango, e mi fondo con il cielo e con il fango*
ho camminato in mezzo al fango putrido e puzzolente in questo anno di speranze mal poste e fiducia sprecata.
ho creduto, voluto, accettato e scelto.
ho sbagliato.
ma me lo dicono le voci che mi scrivono stasera: non ero sola. c’era di sottofondo l’amore incondizionato e gratuito di chi si è speso con una parola sincera per ricordarmi che devo amarmi, non devolvermi.

passata, andata è, l’ira. deposto, stavolta, il tentativo di aderire al lato oscuro.

vergogna sia per chi perpetra la menzogna, nemmeno pensarci io devo. Come direbbe il Maestro Yoda.

vergogna e scempio ricoprano chi non ha l’onestà intellettuale di ammettere la natura delle proprie scelte, più materiali che di cuore, più d’eros che di agape, ma poi, davvero, son fatti loro e delle relative infime vite. han diritto di esistere e di essere amate, quelle vite, di quei piccoli amori che applaudono e scambiano cuoricini in luogo di eventi della vita.

adesso, che inopinatamente posso, mi fondo con il cielo e con il fango.

ringrazio la forza che mi ha salvata dall’ira, prego il cielo di sciogliere il ghiaccio che mi si è fondato attorno.

torno con le antenne alzate verso il cielo e so che non sono sola.

e non perché uno stronzo me l’ha detto mentendomi, bensì perché ci sono io che mi amo e tutti quelli che si sono spesi in una parola, anche una sola, che mi ha sollevata.

Padre, levami di dosso questa merda che mi congela. Proteggimi dalla vergogna che provo nei confronti di me stessa. Sollevami dalla sabbia mobile che io stessa ho scelto. Restituiscimi quella mia splendida, profonda, me stessa che non si abbassa a certe pieghe della bassezza umana.

Forse adesso piango, ma la mia peggior nemica se ne è andata ed io non ho ceduto al lato oscuro.

***

Grazie a mia madre e mio padre.

Grazie ad Anna, a Paolo, ad Alessandro.

Grazie.

 

 

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