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Note, parole ed alte frequenze

Sinestesica, consonante, ermetica, vibrante della più alta melodia universale.

Stasera. Io.

Che dico: ‘si vedrà’ e faccio un respiro profondo e spalanco l’apertura alare.

Silenziosa, poi, rimango.

ἵστημι.

Ascolto solo note che ho scelto, mescolate ed intrise di alta frequenza e intensa vibrazione.

Assommo in rarefatte intensità cenestesiche la valanga di emozioni e parole e fremiti di plesso solare e sorrisi e travolgenti dissonanti scenari futuri e frattali di strada percorsa.

Un successo più appagante che preconizzato che non apre strade se non son io stessa ad affacciarmi al crocicchio.

Un incontro magico e stupefacente, inatteso, temuto, da custodirsi con attenzione, dedizione, delicatezza e curiosità.

Una pillola rossa.

Due pillole rosse.

Un intervallo di tempo, tra l’equinozio ed il solstizio, che spalanca assieme il baratro e la curva dell’arcobaleno. Tra io esisto ed io sono, tra io esibisco ed io lascio osservare, tra io parlo ed io dico.

Diecimila parole al minuto e qualcuno che ne dice più di me. Il silenzio dell’attesa e quello del rispetto.

La pelle che ascolta, concentrata, sceglie di non tenere la posizione di ballo bensì di danzare, sul tempo, nel ritmo, col suono. Quando tutto è esattamente come e dove dovrebbe essere.

Una orchestra composita che suona all’aperto note lontane di terra assolata, speranza e gioia semplice e povertà di terra e pienezza di spirito.

Ed in un attimo, tutto è hic et nunc.

Perfetta la mia esibizione in nero e verde. Perfetti quei settantaminuti coi piedi piantati per terra, i gomiti sul tavolo e la voce del guerriero che parla e persuade. Perfetta quella cena di pesce improvvisata tra i fiori non ancora sbocciati di un terrazzo di città che evoca un bungalow in riva al mare. Perfetta la pelle di luna che si abbandona lì dove non arrivano la ragione né la carne, ma solo lo spirito.

Perfetta, l’eco ridondante ed infinita delle alte frequenze che trasformano la vita in un film e l’ottovolante in un viaggio.

Suonato, improvvisato e poi mischiato su, questo trimestre di raggi di sole e gocce di pioggia, con la realtà sbattuta in faccia come un Frecciarossa contromano.

Due occhi più scuri dei miei, un paio di pantaloni neri, le settimane più lunghe della mia vita, che diventano sempre più lunghe e meno dolorose. Un abito blu elettrico che si libra sul nastro rosa cantato ad occhi aperti e poi chiusi e poi viceversa, il ventuno ed il trentacinque, una donna in ospedale, l’ostilità degli infimi, il nitore del pensiero possibile, la fattibilità di ogni progetto creato dal pensiero. Il grande disegno intelligente.

La sequenza degli eventi che son puramente tali e invece niente succede per caso. Non una assenza, non una canzone di Jovanotti che suona, non una rosa volata sul terrazzo.

E mi va, senza nessun eppure, di stare collegata a queste vibrazioni fortissime. Perché mi fido.

Sono disposta a perdere tutto quel che c’è da lasciare lungo la strada.

Non mi mancano né il coraggio né la lucidità per farlo. Non mi manca la forza, non mi manca la vena.

Volare, con le mie braccia grandi. Felice di stare lassù, alle alte frequenze, dove tutto è possibile per chi è nato nell’acqua.

Mettere in circolo il mio amore, come quando dico ‘perché no?’

E poi buon viaggio, sì, luce dei miei occhi dorati, che se ci pensi siamo tutti di passaggio ed ameremo il finale.

***

Metti in circolo il tuo amoreLuciano Ligabue – Radiofreccia (1998)

Nel blu dipinto di bluDomenico Modugno – La strada dei successi (1958)

De camino a la veredaCompay Segundo y su grupo – Buena Vista Social Club (1997)

Mi fido di teLorenzo Cherubini – Buon sangue (2005)

Buon viaggioCesare Cremonini – Più che logico (2015)

***

Buon viaggio, che sia un’andata o un ritorno, che sia una vita o solo un giorno, che sia per sempre o un secondo.

L’incanto sarà godersi un po’ la strada, amore mio, comunque vada.

Coraggio!

Lasciare tutto indietro e andare, partire per ricominciare che non c’è niente di più vero di un miraggio, e per quanta strada ancora c’è da fare, amerai il finale.

Chi ha detto che tutto quello che cerchiamo non è sul palmo di una mano e che le stelle puoi guardarle solo da lontano?

Per quanto sia difficile spiegare non è importante dove, conta solamente andare.

Comunque vada, per quanta strada ancora c’è da fare.

 

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