Vai al contenuto

sere d’estate

Sveglia ore nove, colazione dei campioni (o meglio, come diceva il caro Aldo: fai una colazione da manuale e poi ti ammazzi di spritz).

Dieci ore di lavoro ben fatto, sul terrazzo assolato così e così, in questo agosto dal clima strano. In mezzo, però, ho pranzato e bevuto una sacrosanta birretta alla salute mia ed al mio caro Marco A., che si è ricordato di me nelle vacanze e mi ha mandato un bel SMS stamani, chiamandomi Chiarina.

Alle sei e mezza un messaggio e l’orologio che ticchetta in salotto mi han ricordato, tra un aereo che passa sul mio cielo ed un altro, che è vacanza.

Ho messo il timer. Alle sette si smette di scrivere relazioni.

Mezz’ora di step, perchè, come dici tu, devo allenarmi a mettere a terra. Cinque minuti (abbondanti) di torsioni, perché, come dico io, devo asciugare la mia cintura di sicurezza.

Una doccia, bollente prima, ghiacciata poi, e il forno e la pietra ollare accesi.

Tre amici a cena: Ground Zero è nata per stare aperta.

Zampironi, bicchieri colorati, posate anche, vicino alla tovaglia e ai piatti bianchi. Rosso, azzurro, verde, viola.

Salamella e spiedini di carne bianca. Un tortino di ricotta e spinaci.

Un’insalata facile facile, che è andata a ruba nonostante il genere urbano maschile dei commensali. Un’insalata di quelle che tu non mangeresti mai e che a me piace un casino perché colora la tavola e delizia il palato: cipollotto rosso e sedano verde, zucchina julienne e cetriolo a rondelle, avocado maturo e olive nere, mezzo limone, olio buono, sale sloveno e pepe bianco. Leggera, fresca, sgrassa il maiale.

Così buona che, seduta a chiacchierare, ne ho preparata un’altra ciotola ed è finita tutta.

Sei birrette, due bottiglie di Cabernet Sauvignon, il mio amato, e due filoni di pane, che si sa che ai maschi piace tanto, e si vede. Non ce n’è più.

Tante parole, tante. Voci, parole, voci, parole. Qualche risata, qualche ruga. Buon dio, quant’è buona la chiacchiera intelligente di noi stanchi, adulti, stonati uomini provati da tutta questa fatica sotto al sole.

Di sole ce n’è poco questa estate, di fatica tanta. Eppure siamo ancora vivi.

Seduti qui, sul mio terrazzo strano e pieno di fiori e di zanzare che resistono agli zampironi. A parlare, più seri o meno, attorno al tavolo mezzo sparecchiato; a dormicchiare, chi più chi meno, tra il divano lilla e le sedie di legno. Mi piace credere che Ground Zero sia un posto dove possiamo stare tutti liberi, davvero: chi di ridere, chi di urlare, chi di riconoscere Ornella Vanoni che canta su Paolo Fresu, chi di pisolare sul divano, chi di tracannare rhum, chi di versare cucchiaiate di granita alla pesca. Buonissima!

Che umile, semplice, bella serata, tra la miseria nera che sorride del suo viola spento e la bouganville che risplende del suo fucsia acceso.

Un grillo è entrato in casa. Forse l’han cacciato fuori, forse lo mangerà Chopin, stanotte. Poco importa, la porta della mia camera è chiusa ed io son salva dalle mie fobie e forse anche dagli incubi.

La serata la termino da sola, seduta qui, abbracciata al mio ginocchio sinistro, digitando lettere serene sulla tastiera del mio Mac, provvidenziale prolungamento tecnoesistenziale, ascoltando Vasco e quella che per me è la nostra canzone. Ho ancora un goccio di rhum qui con me, e non me ne frega niente se non sta bene. Non devo guidare, ho messo a terra l’energia negativa, sorrido come una bimba e mi alleno per essere magra come vorresti tu (e soprattutto come voglio io).

C’è un meraviglioso silenzio qui fuori, gli aerei non decollano a quest’ora.

Dalla porta finestra spalancata spunta discreta la mia musica e il gatto vigila dal divano.

Non lo so come sono le cose che non ci sono, so che c’è una casa, la requie, dei bei pensieri a cui dedicare le mie energie. C’è cibo abbastanza da accogliere gli amici a tavola, buio abbastanza per dormire la notte, futuro abbastanza da meditare sull’oggi e progettare il domani.

C’è che questa estate, così com’è, stasera, è bellissima. Ho avuto qualcuno di cui prendermi amorevolmente cura, e questo è tantissimo. Che manca solo che tu sia qui, ma che adesso, viste le cose che abbiamo e le prospettive che scegliamo (o era viceversa?), va bene, va bene così.

La tua locomotiva, dalla rimessa, sbuffa, riposa, e si prepara a ripartire, da zero a dieci in un millisecondo.

 

2 commenti su “sere d’estate”

  1. Ciao!!!! e’ ancora presto per rimettere in pressione la caldaia, goditi la tua casa e non pensare al lavoro ; tempo di M…A , mi sto’ consolando,ho comprato un telefonino nuovo alla Monica , un tablet nuovo per me, e se mi gira, lunedi’ mi vado a comprare un bel tv 800 hz Sony che sostituira’ il vecchio Loewe di 24 anni. ciao carissima ( vista l’ora, buon aperitivo!)

  2. Ciao!
    Lavoro, lavoro. Silenziosa, con la musica a palla e faccio ore di step così poi posso bere l’aperitivo! Ho comprato un libro pazzesco, ne sto leggendo tre, ho scritto trentaquattromila parole in una sola settimana. Insomma, il tempo fa schifo ma io sono felice così.
    Ti abbraccio forte, ci vediamo presto e adesso vado a fare la mia ginnastica così poi stappo serena. 🙂

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *