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dieci minuti a Ground Zero, per l’inizio dell’anno

Qualche nota, in questa vita dissennata, dall’ottovolante che scende in picchiata, per la passeggera che soffre di vertigine.

Qualche nota e la caldissima voce di Liga che canta le parole più belle che ha scritto.

Stai zitta, bambina, non parlare, non scrivere. Non tirare la corda, non lasciarla andare. Rimani in equilibrio, tu che non sai neanche dire ‘omeostasi’, figurati capire in cosa consista.

Continua, indefessa, ad impersonare la tentazione e la perdizione, così ti guarderanno per tutto il prossimo secolo, icona di un ritratto diabolico alla Oscar Wilde traslato nel terzo millennio. Continua, bambina, continua. Bevi un bicchiere, fuma una sigaretta, siedi a gambe incrociate, scrivi sulla tastiera e stai ben nascosta dietro la finestra a quadrotti e la montatura nera: nessuno si accorgerà che lì dietro ci sei tu.

Oppure, ricordati. Perché il quindici di dicembre e queste note che ascolti non son poi così lontane, anche se sembrano passati talora sei minuti e talora due anni.

Per cos’è che sei qui?

*… per tutto il rumore che vuoi, e i brandelli di cielo che dipendono solo da noi,

per quel po’ di sollievo che ti strappano dall’ombelico,

per gli occhiali buttati,

per l’orgoglio spedito,

con la sponda di ghiaia che alla prima alluvione va giù.. ed un nome e cognome che comunque resiste di più. 

 … per riempire col secchio il tuo mare, con la barca di carta, che non vuole affondare. *

Allora, rimettiti gli occhiali, sapendo che c’è tutto, lì sopra.

Fatti primavera e presenza, sorridi del tuo sorriso da manga e corri, con la tua immensa, solida, leggerezza, un altro rischio.

Chissà cosa impari, stavolta.

* stabiliamo per sempre le corsie che ci mandano avanti e prendiamo le multe, tutti belli e cantanti*

Ascolta Liga e sorridi: http://www.youtube.com/watch?v=QfM0JKU0JAs

Se avessi un sogno sarebbe

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