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ho deciso di raccontare il tango

***listening to “Panamericana, Gotan Project, Tango 3.0“***

Già. Ho deciso.

Sono mesi che ci penso e ci ripenso, adesso ho deciso. Mi sono versata un bicchiere di Ripasso, ho acceso una sigaretta, anche se avrei smesso di fumare e anche di bere. Ho acceso i Gotan project, che mi hanno accompagnata intensi e appassionati nell’arco di questa esperienza.

Ho aperto una pagina bianca e vi spiego una specie di favola, senza morale.

Un anno e mezzo fa, nel momento in cui forse ho scritto di meno sul Guscio, mi è venuta in mente una storia. E l’ho raccontata, tutta di getto. Poi ci ho lavorato sopra, per un altro anno intero, per fare diventare quella storia un “libro”.

Beh, non è diventata un libro nel senso canonico del termine, e forse non è neanche una storia nella sua accezione più completa, però per me è importante.

L’ho fatta leggere e rileggere, l’ho scritta e l’ho riscritta. Ho partecipato, con scarso successo ma molte critiche costruttive, ad un concorso letterario.

Il mio gemello di stelle dice che ci dovrei fare un ebook ed io ci ho pensato seriamente. Talmente seriamente che ho riletto di nuovo, ancora e ancora, il mio primo innocentissimo componimento letterario completo. Ma hanno ragione tutti quelli che dicono che il mio “Tango a Budapest” non è maturo come prodotto letterario.

Ci sono troppe critiche che mi faccio da sola, figuriamoci quelle che ricevo da chi, con attenzione, mi legge.

Ma a queste parole sono terribilmente affezionata. Così affezionata che lasciarle riposare sul mio hard disk, in attesa di tempi migliori che non verranno mai, mi sembra un modo sbrigativo e superficiale di mancare di rispetto alla mia ardente passione.

Nelle pagine che raccontano di Alice, di Andrès e del tango ho messo così tanto amore, e così tanto di me, che davvero mi sembra di amarmi di meno se almeno non provo a farvele leggere.

Come scrivevo in “Ho finito il libro e volevo dire grazie” la storia di Alice non è proprio la mia, ma ci sono tante cose di me che, adesso che sono passate, si possono dire senza avere alcun timore.

Quindi le pubblico, qui, sul Guscio, un po’ a puntate. Ho creato una pagina apposta, per i lettori che avranno voglia di seguire il racconto, senza annoiare chi è completamente disinteressato.

Cercherò, dove riesco, di regalarvi la musica assieme alle parole, perchè ogni singola pagina l’ho scritta ascoltando tango, tanto tango, da unire il cielo con la terra, come cantava Lucio.

Vi chiedo, se ne avete voglia, di scrivermi. Di dirmelo, che ne pensate.

Di Alice, che sono io, ma anche no.

Di Andrès, che è inventato, ma anche no.

Di Francesco, che è il dottor stranamore, ma anche no.

E di tutti gli altri, che magari qualcuno di voi si riconosce, ma anche no. 😉

E spero, davvero, di trovare dentro di me il coraggio e la spinta per tornare a ballare in milonga, che è l’unica cosa che mi è rimasta addosso, della unopuntozero.
Per chi ha voglia di leggerlo, il tango è tutto qui, nella pagina che si chiama *Tango*, ben nascosta tra le invenzioni, i diari e i segreti.

 

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