Una bottiglia di Inferno Superiore.
E come farà, il mio cavaliere di splendida occasione, a sapere che amo il vino valtellinese?
Di sottofondo, forse, una milonga come questa.
Una serata dai passi leggeri ed eleganti come la ballerina del video.
Una conversazione serrata e leggera, gradevole e spensierata. Finalmente, qualcosa di brillante, impegnativo e stimolante.
Due occhi intensi e una voce leggiadra, ricordi di un tempo passato che riemergono come fatti di poco fa, nessuna vena di malinconia o tristezza ma solo una grande intensità, a tratti raccontata a tratti ascoltata.
Come in una milonga, il ritmo è veloce e il tempo è breve. Due ore passano in un fiat e addosso rimane solo un vago sorriso. E la sensazione di essere due scrittori che sono andati a bere un aperitivo.
Uscire con un dessino vero è una cosa che solo un dessino vero può apprezzare, in fondo. Perchè si possono dire “cose difficili e parole complicate” con tono leggero e semplicità innata, e si può essere così come si è sempre stati: curiosamente e spaventosamente intelligenti senza sembrare niente di diverso da ciò che si è.
Due stuzzichini da assaggiare, un calice di riserva 2002, anche due, un libro in regalo (per Chi?!), un messaggio che arriva prima di tornare a casa che strappa un mezzo sorriso meditativo.
La mia parete verde e la mia lampada di vetro multicolore, la tastiera che ticchetta sotto le dita e il tango ballato dentro la testa.
Un libro da leggere e due da scrivere.
Che serata adorabile.
E a te i sorrisi meditativi vengono molto bene. Viva Occhiverdi che aggiusta le speranze.