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mulini a vento

Non hai parole. Sei indignata. Ti viene voglia di spaccarti la testa sul muro lì di fronte per non sentire questo insopportabile senso di impotenza.

Ed ecco di cosa si tratta: mulini a vento.

Scema che sei, che non hai neanche mai letto Cervantes, e però con la metafora hai sempre giocato leggero.

Mia cara Alice, stasera te lo scrivo: tu combatti contro i mulini a vento. Ti credo che poi ti senti stupida e frustrata. Peccato che sia assolutamente inutile.

Potresti chiedere al gatto Chopin di non farsi le unghie sul divano, potresti chiedere a Michele di lasciarti in mano il suo cellulare per tre giorni, forse addirittura potresti diventare un atleta, ma in nessun modo puoi cambiare la testa di qualcuno, e men che mai la logica di funzionamento di un sistema famigliare, con il tuo solo impegno.

Non puoi salvare il Titanic buttando fuori l’acqua con un secchio.

Non puoi piegare alla tua volontà persone che disprezzano quello che pensi.

L’unica soluzione è gettare nel cratere l’anello del potere, tagliarsi la mano per non passare al lato oscuro della forza.

Tu, semplicemente, non puoi costringere nessuno ad ascoltarti, nessuno a capirti, certamente non ad amarti. Non così come sei. Chiedi a Gesù cosa ne pensa. Penso che abbia un paio di cosette da dire in materia.

Non devi piegare la testa per ottenere amore. Non serve. Non ottieni niente.

Pensi che sia tutto sbagliato? Smetti di stare al gioco.

Pensi che meriti di meglio? Vai e prenditelo.

Non fare l’acca.

Ti costerà una vita rinunciare a tutto questo, ma dimmi: cosa può cambiare?

Hai cresciuto delle persone che ti saranno grate per la passione e per la formazione, non per il fatto che sei rimasta a sopportare il peso di scelte che non hai fatto.

Hai inventato delle soluzioni che ti porterai dietro nel tuo lavoro futuro, non guardare le rovine del passato.

Hai provato a cambiare le cose, e non ha funzionato. Non puoi cambiare il mondo. Non puoi cambiare neanche la posizione della TV in casa, se non sposti l’antenna.

Ti hanno pestato i piedi? Smettila di strillare, stupidina! Spostati. Non ci arriveranno più.

Ti hanno buttato giù a calci il castello di sabbia? Ricostruiscilo in una spiaggia con meno bambini stronzi.

Ti hanno vituperata e offesa in pubblico? Dovrei dirti “perdonali, perché non sanno quello che dicono”, ma siccome tu sei lontana dall’essere il Padreterno, ti dico di riderci su, perché non sarebbero in grado di scriverlo in italiano corrente.

Arrenditi. Lo spettacolo deve continuare. Il meglio deve ancora venire. Vai da sola, l’hai già fatto. Se stai lì non fai bene a nessuno, e fai male solo a te.


…fra la voglia e il piacere

fra la noia e il bicchiere

c’è una linea sottile fra aspettare e scoppiare

cosa pensi di fare?

da che parte vuoi stare?

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