questa è la giusta colonna sonora…
Un anno fa frugavo nella borsa alla ricerca delle chiavi della macchina e trovavo “Ossi di seppia”. E leggevo per ore “Meriggiare pallido e assorto” sentendomi l’unica e la sola, inultilmente incompresa, in un mondo di persone felici.
Poi veniva il tempo in cui cominciavi a “dover andare”.
Poi veniva il tempo del mio, di viaggio. Il mio viaggio che, non ci fossi stato tu, nemmeno mai sarebbe stato.
Il mio viaggio che è durato tre giorni, ma forse sette anni. E forse tutte le anime che ho sfogliato prima di trovare la mia.
Stasera ero lì dove tutti ti amano. Ma dove non sei amato, tu?
E io li vedo che mi guardano e si chiedono come sia possibile.
E io li guardo e mi chiedo: ma come vi spiego che se non c’è più il cielo in una stanza io non riesco a vivere?
Un anno fa trovavo “Ossi di seppia” e piangevo. Ed io sola capivo perchè.
Questo otto maggio non avrò muri da imbiancare, lavoro arretrato, capelli appena tagliati, battesimi da celebrare, bottiglie di Naima, poesie da leggere.
Questo otto maggio sarà il giorno dei ricordi felici e della vita che va, dopo Fuerteventura e Praga, dopo Morricone e Piazzolla, dopo la finale dei mondiali e lo showcase d’estate, dopo la prima cena dell’Alub con le candeline sul viale d’ingresso dell’edificio N.
Io spero, prego, che di questo otto maggio rimanga qualcosa anche per te, un giorno, tra una botta che prendi e una botta che dai, tra un amico che perdi e un amico che avrai, che se cadi una volta, una volta cadrai e da terra da lì ti alzerai… c’è che se hai imparato a sognare, io ne sono felice.