Meglio della domenica bestiale di Concato e del sabato con gli amici di Camilleri, tu, io , il sole, la smart e il mio Ipod.
Non ho preparato niente, perchè pianificare non serve e vivere sembra più che abbastanza, ho solo scelto cosa indossare, strana ma bella, e caricato l’Ipod con tutta la musica che mi suona dentro oggi.
Suona Mary J. Blidge con Tiziano Ferro, e non so chi di noi sappia meglio che ogni lacrima porta con sè una lezione, la forza e la centratura sui propri sogni.
Voliamo, con la smartina sulla Milano-Serravalle. La strada è lunga e noiosa, almeno fino a Tortona, poi cominciano il torrente scosceso, il verde scuro e le curve tortuose, e per me sono ricordi di un passato lontanissimo e forse mai vissuto, per te sono le parole remote di un viaggio d’altri tempi, in cui ancora non eri tu l’esperto alla guida.
Di fronte a noi, di colpo, dopo tutto il grigiore misterioso della città, ecco Genova e il mare, brillante, così lontano e così vicino, e io penso a De Andrè e Baccini che cantano Genova Blues, a quest’estate a Monterosso, al matrimonio di Stefania e a quante altre cose intorno a noi non vediamo…
L’autostrada ci sorride e ci dice: proseguite! e non ci fermeremmo, io lo so, ma abbiamo fame e solo questo sabato, e allora Camogli è la nostra destinazione plausibile.
C’è un ristorante a strapiombo sulla spiaggia, gente che sorride, profumo di pesce. Assaggio questa cosa che ha un nome strano (Ricciòla?!), degusto con nostalgia il mio amato Cinque Terre, respiro il profumo umido e salato del mare e il tuo sorriso pieno nel sole.
C’è una passeggiata sotto il sole che batte, con un venticello freddo che ci fa dimenticare la temperatura, felpa e occhiali da sole; c’è la rocca gialla di Camogli laggiù, sbattuta dalla spuma bianca delle onde sulla sabbia e la roccia; c’è gente sulla battigia ed altra che passeggia; gelato, focaccia, zucchero e sale, vento e calore, e un braccialetto nuovo tutto per te.
C’è il cannone sulla rocca, in piazza del Drago o qualcosa di simile, c’è la vista sul mare, la passeggiata sul lungomare, la sensazione che chi ci torna a casa?
In fondo alla strada c’è la smartina all’ombra, l’odore del mare che è già un ricordo, un paio d’ore nell’oulet village più trafficato d’Italia, una cena a casa, un bicchiere di Chianti.
Un sabato da rifare, alla fine. Magari, un domani, ancora.
Ciao, sono Alessandro e sono di Genova (trapiantato, a dire il vero) e leggere la Liguria vista con i tuoi occhi mi fa sentire ancora più orgoglioso di questa striscia di terra. Ho scritto un racconto qualche anno fa che si intitola FUORI DAL GUSCIO, e mi sono imbattuto nel tuo sito temendo ci fosse un altro titolo uguale (infatti c’è, edito!)… che sfiga. Bè, magari ci si incontrerà in giro per Camogli: potrei anche riconoscerti.